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Un manifesto musicale per una discussione politica

Quando si prova rabbia, frustrazione, umiliazione, ognunə dovrebbe sapere cosa fare al fine di evitare l’implosione. Forse, però, non è sempre così immediato, siamo persone diverse e non possiamo andare a consultare il Decalogo di come uscire da una crisi di nervi come se ogni soluzione andasse bene. Alla fine, non avrebbe senso perché l’unico modo per sfogare tutto quel caos emotivo e ristabilire (anche se per brevi momenti) un equilibrio mentale è chiedere a sé stessə: cosa dovrei fare ora? E poi, come dovrei agire per cambiare la situazione e sentirmi compresə?

Questa è una domanda che tuttə dovremmo ad un certo punto della nostra vita porci, soprattutto perché la rabbia, che in noi si alimenta e amplifica, è energia pura per lanciare messaggi nuovi di speranza a tutte quelle persone che provano i medesimi disagi e hanno bisogno di qualcunə che credi in loro per uscire allo scoperto e unirsi al cambiamento.

Quindi, perché non diventare noi stessə la scintilla? Ognunə di noi può farlo, ora…subito! E non deve importarci quantə realmente apprezzeranno il messaggio, la quantità in questi casi non conta poiché ciò che emerge è la potenza di un messaggio nuovo, fatto di rabbia e voglia di cambiamento. Dove nascondersi dietro all’apparenza e al condivisibile viene rinnegato in nome della libertà personale e comunitaria.


Come trasformare la rabbia in musica? Il movimento delle Riot Grrrl ne è l’emblema.


Il movimento nasce nella Washington degli anni ’90 per volere di diverse band, la maggior parte tutte al femminile, desiderose di far sentire le loro voci, prendersi i loro spazi e diventare finalmente parte del coro. Lo stesso nome è significativo: il neologismo Grrrl è stato creato ad hoc per enfatizzare la rabbia che le ragazze provavano di fronte alla loro esclusione dalla scena musicale rock e punk, oltre che di fronte alle ripetute violenze che la cronaca riportava e alle varie disuguaglianze che subivano in quanto donne. Non per niente il movimento è passato alla storia come la “terza ondata” del femminismo, indubbiamente animato dalle voci arrabbiate degli anni ’60 e ’70.


Questo è il manifesto del movimento e tutti quei BECAUSE sono fonte di rabbia e diventano motivazione.


Tra le band più conosciute, ricordiamo le Bikini Kill e la loro Rebel Girl:

“When she talks, I hear the revolution In her hips, there's revolution When she walks, the revolution's coming In her kiss, I taste the revolution


La voglia di un riscatto, che tardava ad arrivare, animava i loro ritmi pesanti, combattuti, rumorosi; i testi trasudavano tutto l’impegno sociale sul quale il movimento musicale underground poggiava fermamente la sua esistenza. La stessa etichetta DIY ( Do It Yourself) nasce in questi anni per rispecchiare l’esigenza di autoprodursi per le band che volevano mandare un messaggio socialpolitico autentico, libero da ogni compromesso discografico e commerciale.

Altre band della Riot Grrrl family sono le Bratmobile, 7 Year Bitch e L7. Dateci un ascolto, sempre per lo stesso motivo: è rabbia, energia pura. Fatene scorta!

Il movimento delle Riot Grrrl comprendeva tutte, qualsiasi fosse il colore e l’origine. Peccato che, come ogni storia di ampia diffusione e mediatizzazione, per chi non ha vissuto da vicino cosa stesse accadendo, gli stralci di memoria arrivati fino ai giorni nostri promuovono il movimento solo dal punto di vista delle ragazze bianche punk di periferia. Ma questo è solo un capitolo.


Girovagando per il web, mi sono imbattuta in questo articolo di Gabby Bess che parla delle ragazze nere che facevano parte del movimento, riportando l’intervista fatta ad una di loro di nome Ramdasha Bikceem. Conoscere anche questo lato della storia è importante per comprendere la complessità delle motivazioni che spinge le persone a partecipare attivamente per ideali comuni.

Infatti, escludere dalla storia la loro partecipazione è un torto sia alla loro memoria che agli ideali che crediamo di perseguire, e le persone che pensiamo di essere.


Se vogliamo REALMENTE continuare a incanalare la nostra rabbia per un mondo migliore (e parlo a ragazze e ragazzi, uomini e donne con valori comuni di rispetto e libertà), ricordiamoci che tutte le lotte in grado di proseguire la strada verso la parità dei sessi devono essere percorse insieme, uniti e unite, dove tuttə possano godere della visibilità e considerazione adeguate alle loro istanze.

Ragazze e ragazzi insieme. E chi ci ferma più.



Scrivici a tidicolamiateamthr@gmail.com e dicci la tua!

Cosa ne pensi sul tema, la tua esperienza e le riflessioni che i testi ti suscitano.


Scatenandoci sui sound grrrliani,

Elisa e Aurrette





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