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DRUGHI

Updated: Jan 16, 2021

Willy Monteiro Duarte è morto a Colleferro, in provincia di Roma, nella notte tra il 5 e il 6 settembre per aver difeso un suo amico dalla prepotenza di cinque uomini.


«Cuore e polmoni spaccati, calci al volto, alla testa, al torace, fino a spaccargli il cuore e gli altri organi interni. Una violenza inaudita che alla fine ha causato l’arresto cardiaco».


Queste sono le parole del medico legale Saverio Potenza, trascritte dal “Corriere della Sera” il 26 settembre 2020.

Willy aveva 21 anni ed è stato ucciso da cinque compaesani, più grandi, fisicamente più forti, professionisti e millantatori delle arti marziali; privi di ideali, se non quelli dell’intimidazione e dell’arroganza.

Willy Monteiro Duarte ha avuto il coraggio di andare oltre le apparenze; è andato incontro ai cinque drughi perché ha creduto fino alla morte all’unico valore che bisognava, in quel momento, difendere: l’amicizia.

Nella nostra società, sono moltissime le persone che credono che soltanto con la violenza, sia verbale che fisica, si possa dialogare e primeggiare.

La discriminazione è violenza che parte anche da una mancanza di ideali.

La discriminazione ha come fine un odio feroce che getta a terra, spacca il cuore e i polmoni, soffoca, spara e uccide.








Francesca Menchinelli

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