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Non c'è vita nella violenza

Updated: Feb 1, 2021

Lo scorso mercoledì 27 gennaio abbiamo ricordato la Shoah, oggi proseguiamo la nostra Rubrica d’Arte parlando di Guernica, la grande opera, olio su tela, di Pablo Picasso realizzata nel 1937 per denunciare e testimoniare l’orrore della guerra civile spagnola.


Guernica è una delle opere più importanti dell’artista, di un valore inestimabile. È conservata a Madrid al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia. Il governo repubblicano spagnolo commissionò a Picasso la creazione di un’opera per il padiglione della Spagna in vista dell’Esposizione Universale di Parigi del 1937. Per l’occasione, l’artista volle ricordare le vittime del Bombardamento di Guernica: il 26 aprile 1937 la cittadina basca fu bombardata e rasa al suolo da aerei tedeschi e italiani. Vittima della strage fu la popolazione civile. Picasso lavorò intensamente, affinché la sua grande opera esprimesse la violenza brutale che il regime nazista e fascista ebbe nei confronti della cittadina basca, fedele alla Repubblica.


Perché fu bombardata Guernica?


Molte sono le supposizioni, una delle quali è che la cittadina, situata a nord-est della Spagna, fosse in una posizione strategica per il bombardamento aereo e in questo modo il dittatore generale Francisco Franco, appoggiato dai regimi nazifascisti, poteva incutere maggior terrore nei civili che sostenevano la Repubblica democratica nella penisola iberica.


L’opera Guernica è ricca di rappresentazioni, a partire dalla scelta di un non colore, bianco e nero. La vita reale è colorata, ma quando le persone privano altre del proprio diritto alla vita ci si distacca dalla realtà. Non c’è colore nella violenza. Nelle dittature non c’è policromia: o sei bianco o sei nero, non è consentito scegliere.


Ponendo maggiore attenzione all’opera, ci accorgiamo che Picasso dispone le figure all’interno di una composizione triangolare; i soggetti del suo dipinto sono le vittime del bombardamento.

In alto al centro, c’è una lampada accesa che illumina un interno di una casa, in cui vediamo e sentiamo il dramma di un evento catastrofico. Picasso disegna in basso a sinistra le grida di una mamma che ha perso sua/o figlia/o, al centro c’è un cavallo che nitrisce addolorato e ha in bocca una bomba, simbolo della violenza omicida, mentre nella parte in alto a sinistra c’è il toro, simbolo della forza e della potenza, anche brutale, della Spagna. In questo vortice di dolore, ritroviamo un segno di speranza, a sinistra, in basso, in primo piano, dove giace morente la mano di un soldato che tiene una spada spezzata e contemporaneamente un fiore, interpretato come simbolo di speranza e di pace dopo la guerra, dopo la morte.


A seguito dell’Esposizione Universale di Parigi, nel 1940, la capitale francese era stata occupata dai nazisti. Un ufficiale tedesco, Otto Abetz, visitando lo studio di Picasso, commentò in maniera disprezzante uno scatto fotografico della Guernica e chiese all’artista se fosse stato proprio il Maestro Picasso ad aver compiuto tale orrore. Se si conosce la biografia dell’artista e il suo carattere, non è difficile immaginare quale sia stata la risposta alla critica dell’ufficiale nazista: No questo orrore non l’ho compiuto io, (Guernica) è opera vostra.


Con Guernica, Picasso sottolinea che non bisogna smettere di ricordare la storia. Dalla ferocia può e deve nascere la necessità di vedere nuovamente che qualche forma di vita può continuare a esistere. Così come la ginestra resiste al caldo imperante del deserto, anche in guerra il soldato desidera la fine delle avversità e se la morte è rappresentata da Picasso da volti sommessi, accasciati e animali impauriti, la vita invece per l’artista si fa spazio delicatamente, riprende il suo ciclo proprio da dove è stata interrotta, dal terreno e dall’uomo, sperando di continuare a crescere senza violente interruzioni.



CHI È PICASSO?


Pablo Ruiz y Picasso è considerato uno dei maggiori esponenti dell’arte del XX secolo. Artista innovatore e poliedrico, Pablo Picasso nasce a Malaga nel 1881.


Già dalla tenera età, Picasso manifestò uno spiccato talento artistico, valorizzato dal padre pittore.

Sin dalle prime fasi di apprendistato, egli mostrò un’eccezionale abilità tecnica nella pittura, arrivando già all’età di 7 anni a realizzare il suo primo dipinto, Il picador.


Colpito profondamente dal suicidio di un suo caro amico e dalla morte di sua sorella minore, Concita, Picasso diede sfogo al suo dolore attraverso le sue opere. Inizia nel 1901 il cosiddetto periodo blu, che si concluderà nel 1904. I dipinti di questa fase sono caratterizzati dall’utilizzo monocromatico del blu, scelto dall’artista per la sua forza espressiva e per la sua valenza psicologica. Pertanto, trattò temi quali la miseria, la malattia, la vecchiaia e l’infermità; per quanto riguarda i soggetti, Picasso preferì dare spazio agli emarginati e ai poveri, caricandoli di una matrice pietosa e di un alone di mistero e tristezza.


Nel 1904, Pablo Picasso si stabilì definitivamente a Parigi e prese in affitto una vecchia fabbrica a Montmartre, riconvertita in atelier per artisti. È un periodo di precarietà economica, ma allo stesso tempo di allegria e spensieratezza, che si tramutò nel passaggio della tavolozza dai toni del blu a quelli del rosa. È l’inizio del periodo rosa, contraddistinto da tinte pastello e diafane; un’atmosfera ingenua, fanciullesca, ammorbidita dall’eleganza del disegno; i soggetti sono acrobati, bambini, pagliacci, equilibristi e ballerine.


Pablo Picasso è considerato uno dei fautori del cubismo. Al principio del ‘900, si interessò allo studio delle ricerche artistiche di Cézanne, Gaugin, Van Gogh e Manet, giungendo all’ideazione di un nuovo modo di dipingere, appunto il cubismo. In questo modo, l’artista raffigurava gli oggetti nella loro interezza, discostandosi dalla pittura tradizionale.


Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, abbandonato dai suoi amici francesi coinvolti nel conflitto, Picasso lavorò per la realizzazione di sipari, scene e costumi per Parade, balletto della compagnia dei Balletti russi di Sergej Pavlovič Djagilev. Grazie a questa esperienza, viaggiò in Italia, dove venne in contatto con l’arte rinascimentale e classica. La commedia dell’arte e la pittura italiana diedero inizio ad una nuova fase artistica: il periodo neoclassico, i cui quadri si caratterizzano per le immagini sintetiche (La lettura della lettera; Il flauto di Pan).


La fama di Pablo Picasso si era ormai consolidata; tra il 1930 e il 1939, numerose furono le sue esposizioni (New York, Parigi, Inghilterra, Spagna). Nel 1934, fece ritorno in patria, ma la situazione politica nazionale lo scosse a tal punto che criticò la sollevazione militare di Francisco Franco nel 1937. Sono di questo periodo la Guernica e il pamphlet intitolato Sogni e menzogne di Franco, in cui il generale diventa un mostro senza vita e umanità che compie azioni grottesche e raccapriccianti: Le bandiere che friggono nel tegame si contorcono nel nero della salsa d’inchiostro sparsa nelle gocce di sangue che lo fucilano.


Durante la Seconda Guerra Mondiale, egli venne bollato come artista degenerato e gli fu proibito di esporre le sue opere in pubblico.

Nella sua lunga vita, Pablo Picasso è stato attivo anche politicamente. Dal punto di vista ideologico, si dichiarò vicino al Comunismo, aderendo al Partito Comunista Francese. Inoltre, Picasso fu esponente del movimento pacifista, tant’è che molti studiosi gli attribuiscono l’adozione della colomba come simbolo internazionale della pace.


Nella fase finale della sua vita, Picasso rivisitò il patrimonio artistico occidentale. Infatti, sono di questo periodo le sue personali interpretazioni di opere di diversi artisti tra i quali Cranach, Poussin, Rembrandt, David e Courbet. Nel 1963, a Barcellona, venne aperto il Museo Picasso, che ospita dipinti, sculture e opere grafiche picassiane. Nel 2003, a Malaga, è stato inaugurato il Museo Picasso, nel quale si possono vedere oltre 200 opere dell’artista.


Pablo Picasso muore a Mougins in Francia nel 1973 a causa di un edema polmonare acuto.




Martina Benincasa e Francesca Maria Menchinelli


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