ITALICS Art and Landscape: viaggio in Italia in compagnia dei galleristi
- It's time for human rights
- Apr 10, 2021
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ITALICS Art and Landscape è una piattaforma editoriale online nata la scorsa primavera da un’idea di Lorenzo Fiaschi (Galleria Continua, San Gimignano) e Beppe Marchetti Franchi (Galleria Gagosian, Milano).
Chiamati a fare parte del comitato dei soci fondatori nove galleristi italiani: Ludovica Barbieri (Massimo De Carlo, Milano), Francesca Kaufmann (Francesca Kaufmann Repetto, Milano), Carlo Orsi (Milano), Franco Noero (Torino), Massimo Minini (Brescia), Massimo di Carlo (Galleria dello Scudo, Verona), e Alfonso Artiaco (Napoli), i quali coinvolsero in seguito nel progetto cinquanta gallerie d’arte distribuite sul territorio nazionale. La lista risulta in continuo aggiornamento.
Ad oggi 63 gallerie d’arte italiane sono attive sulla piattaforma per promuovere e valorizzare il territorio e la cultura del nostro paese. Su Italics, infatti, vengono condivisi scritti inediti redatti di proprio pugno dagli stessi protagonisti che ci accompagnano e ci guidano alla scoperta delle bellezze dell’arte, del patrimonio culturale e del panorama italiano. Le luci dei riflettori vengono così puntate sulle personalità dei galleristi, permettendoci di entrare nella sfera più privata e di conoscere insolite sfaccettature del loro mestiere: dagli aneddoti e ricordi più personali ai luoghi del cuore e piccoli tesori nascosti.
Una mappa interattiva presente sul sito web evidenzia le diverse proposte concernenti arte e cultura in base alla regione o al comune selezionato. Approfondimenti e curiosità sul mondo dell’arte vengono presentati sotto forma di “tips”.
Victoria Miro ci porta con sé all’Hostaria Da Franz a Castello, luogo di memorabili ricordi delle molte serate passate assieme agli artisti dopo la visita alla Biennale di Venezia; Carlo Orsi ci consiglia la storica libreria antiquaria Art&Libri, nel centro di Firenze, punto di riferimento imprescindibile per gli appassionati d’arte; Alfonso Artiaco, costretto a rimandare l’importante mostra dedicata al poverista Giulio Paolini, ci guida all’interno della sede espositiva nel grande Palazzo De Sangro a Napoli.
Italics costituisce sicuramente una risposta ambiziosa sul piano culturale alla crisi dovuta all’emergenza pandemica, il cui impulso è volto alla ricerca di un’alternativa per affrontare il confinamento e le difficoltà riscontrate in questo periodo. Un anno fa il primo lockdown totale ha segnato un importante ostacolo e ha colpito duramente le principali istituzioni, gallerie, cinema e teatri. Il susseguirsi di limitati periodi di apertura con ingresso scaglionato e adeguate distanze alternati a una più prolungata fase di chiusura, hanno contribuito a questo clima fumoso e incerto. Nonostante la pausa forzata, gli operatori, che difficilmente sono rimasti immobili e in silenzio, hanno sfruttato il momento per riflettere e ripensare il proprio modo di operare, persistendo attivamente nel loro lavoro.
Lucidamente illustrato da Francesco Stocchi nel suo recente articolo pubblicato su Il Foglio Arte, in conversazione con grandi interpreti del panorama artistico italiano, un esaustivo resoconto focalizza l’attenzione sui grandi cambiamenti in corso e al contempo evidenzia nuove strategie e metodi adottati (e da adottare) in vista di una futura ripartenza.
Dalle numerose testimonianze rilasciate, ad emergere è sicuramente un’espediente rivelatosi efficace. Si parla infatti di digitale, di strumenti online: l’utilizzo di piattaforme come Italics e ulteriori mezzi offerti dal mondo della tecnologia hanno monopolizzato lo scenario culturale degli ultimi mesi. Dirette, video, viewing room, conferenze su zoom, aggiornamento delle varie pagine social hanno simboleggiato il bisogno di mantenere un contatto con il proprio pubblico, rispecchiando appieno la volontà di non fermarsi di fronte alle difficoltà. Le gallerie d'arte che hanno sofferto la crisi hanno trovato nel sostegno reciproco e in una stretta collaborazione una delle soluzioni più efficaci.
L’operare insieme e fare rete è stato fondamentale per trovare appoggio e per creare occasioni di confronto sulle possibili vie d’uscita a questa situazione ancora poco definita ma è stato utile soprattutto per poter riflettere sul ruolo della galleria di domani. Cosa cambierà quando tutto tornerà alla normalità? Si tornerà mai alla normalità?
L’istituzione di un sistema a livello nazionale che mette in connessione gallerie italiane che trattano l’arte nella sua totalità, quindi dall’arte antica a quella moderna e contemporanea, consente di preservare la diversità e unicità delle varie componenti, legandole allo stesso tempo al raggiungimento di un obiettivo comune, che si auspica possa essere duraturo.
Italics cambia la nostra percezione della galleria d’arte, da intendere non solo come componente insostituibile del sistema e del mercato artistico ma la accredita come centro di produzione culturale accessibile e inclusivo. La rete, difatti, abbatte le barriere e apre le frontiere a moderne possibilità di farsi sentire e di rendere partecipe il pubblico, ovunque e in ogni momento, permettendo all’arte di rimanere presente nella nostra quotidianità.
Aspetto che, a mio avviso, viene posto al centro della questione è il bisogno di mantenere vivo il rapporto tra galleristi, artisti e pubblico, tramite una trasparente e sincera condivisione di esperienze. Un legame che, purtroppo ancora per qualche tempo, siamo chiamati ad instaurare rispettando le distanze. Dal Sole 24 ore, si chiarisce, infatti, come “diversamente dalle numerose piattaforme che offrono informazioni su opere e mostre, Italics costruisce un’esperienza che recupera quella tridimensionalità di rapporti che negli ultimi mesi si è forzatamente appiattita e riattiva il clima di relazione diretta e scambio umano su cui è storicamente basata la forza del legame tra gallerista e pubblico”.
Nonostante le numerose soluzioni introdotte, bisogna sottolineare come l’esperienza fisica rimane e rimarrà sempre una prerogativa dell’arte. I collezionisti, gli appassionati, il pubblico possono ad oggi conoscere l’arte attraverso il digitale ma non per questo si può ritenere dissipata la necessità di vivere, sentire, toccare l’opera d’arte. Si percepisce la voglia di ritornare a viaggiare, di visitare mostre e fiere, di ritornare a quel contatto umano, a quella presenza che ci è stata privata per molto tempo. Italics è però in grado di rispondere, pur mantenendo un linguaggio virtuale, a questo desiderio di contatto.

Greta De Marchi
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